La Commissione UE dà l’ok allo split payment, ma solo come soluzione temporanea: motivazioni e vincoli.
Dopo il no della Commissione UE all’estensione del Reverse Charge alla grande distribuzione, arriva l’ok di Bruxelles allo split payment della Pubblica Amministrazione. Si tratta del meccanismo di scissione dei pagamenti dell’IVA che fino al 31 dicembre 2017 si applicherà ai fornitori della PA, ma senza possibilità di proroga. Il sì della Commissione è arrivato perché:
“Si tratta di una misura temporanea attraverso la quale l’Italia intende affrontare una frode dell’IVA molto specifica”.
Split payment
Ecco come funziona lo split payment, introdotto dalla Legge di Stabilità per il 2015 e regolato nei dettagli dal DM 23 gennaio 2015: le PA pagano l’IVA per i beni e servizi ricevuti dai propri fornitori invece che a questi ultimi direttamente allo Stato, anche se non rivestono la qualità di soggetto passivo dell’IVA.
Imprese contrarie
In sostanza ai fornitori della PA viene pagata la somma senza IVA, motivo per il quale la misura non piace alle imprese, alle quali crea un problema di liquidità immediata. In questo modo si evitano frodi IVA da parte dei fornitori, che spesso non la versano poi all’Erario. Una misura non da poco, se si considera che il provvedimento a bilancio vale 730 milioni di euro per le casse dello Stato. Per l’ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) si tratta di un passo indietro rispetto al tema dei ritardi nei pagamenti dalla PA, che vede coinvolte per prime le imprese edili, e dei problemi di liquidità delle imprese. Il punto è che, con lo split payment, le imprese non riceveranno più l’IVA dalle PA, ma dovranno comunque continuare a pagarla ai loro fornitori, maturando dei crediti IVA.
Rimborsi IVA
Per questo motivo la Commissione Europea ha imposto che la misura rimanga temporanea e ha chiesto un rapporto sui tempi medi di rimborso dei crediti IVA vantati dalle imprese nei primi 18 mesi di applicazione delle procedure. Bruxelles aggiunge:
“Stiamo seguendo la situazione del rimborso dell’IVA molto da vicino. In seguito all’avvio della procedura d’infrazione su tale tema, l’Italia ha riformato le sue procedure che consentiranno di rimborsare l’IVA entro tre mesi. Inoltre, l’Italia ha detto che darà priorità ai rimborsi destinati a fornitori del pubblico. Infine, l’Italia dovrà presentare un rapporto entro 18 mesi alla Commissione riguardo, in particolare, la durata media delle procedure di rimborso in base a questa misura speciale. Questo dovrebbe consentire alla Commissione di dare un seguito più rapido alla situazione italiana”.
In ogni caso, per il via libera definitivo dell’Unione allo split payment dalla PA in Italia è attesa la decisione finale del Consiglio Europeo.
Fonte (testo e immagine): PMI.it