Com’è difficile comunicare all’interno delle organizzazioni aziendali, soprattutto nelle imprese di costruzioni!
Fatichiamo a comprenderne appieno le cause, ma in realtà la complessità è implicita nella nostra quotidianità.
Spesso ce ne dimentichiamo anche se ciò è molto importante quando si tratta di coordinare il lavoro di molte persone, ciascuna con la propria identità, all’interno di un’organizzazione.
L’esempio tipico è il glossario utilizzato nel ciclo passivo all’interno dell’impresa di costruzioni, dove per lo stesso oggetto troviamo nomi diversi che, seppur con qualche sfumatura, identificano la stessa entità.
Questo semplice caso d’uso serve solo per focalizzare l’attenzione sulla necessità aziendale, sempre più marcata, di mettere in relazione le diverse logiche comportamentali e le dinamiche consolidate all’interno delle organizzazioni, specie in quelle più strutturate.
Proprio a tale scopo nascono i Boundary Objects: strumenti che permettono l’interazione tra persone che comunicano in modi differenti e gestiscono le problematiche diversamente. Questi oggetti sono sempre più utili e necessari nelle realtà complesse, soprattutto per la condivisione degli obiettivi organizzativi comuni.
In questo articolo – il primo di una serie dedicata al tema dei Boundary Objects – approfondiamo l’importanza della corretta interazione informativa all’interno dei sistemi gestionali aziendali, strumenti fondamentali per stabilire la piena cooperazione tra i diversi team di lavoro e ottenere risultati vincenti.
Dalle Logiche Istituzionali alle Chiavi di Confine.
Le Logiche Istituzionali corrispondono ai modelli culturali e di approccio con cui gli individui operano nella quotidianità. Procedure e, soprattutto, usi e consuetudini rappresentano le regole con cui si attivano le routine giornaliere di comportamento.
Le logiche condizionano gli atteggiamenti e la comunicazione fra i diversi reparti aziendali che coesistono all’interno della stessa organizzazione, ognuno con le proprie “abitudini”.
Proprio per questo si rende necessario introdurre dei Traduttori (o connettori) che mettono in collegamento logica e attori coinvolti.
I Traduttori – definiti Chiavi di Confine proprio per la loro capacità di facilitare la connessione tra persone e informazioni – svolgono la missione di far interagire i diversi mondi aziendali, al fine di raggiungere un obiettivo comune per l’intera organizzazione.
A loro volta le Chiavi di Confine si concretizzano nei Boundary Objects, che mirano a ottimizzare le strategie di transizione del dato.
Lo scopo dei Boundary Objects: governare la Complessità.
Ti invitiamo a focalizzarti sul seguente “enunciato”:
“Per affrontare la crescente complessità diventa imprescindibile mappare e digitalizzare i processi aziendali”.
In questo percorso la massima attenzione va posta sui punti di contatto fra i diversi “mondi” aziendali che sono costituiti da usi e consuetudini imprescindibili. Questi mondi devono obbligatoriamente lavorare in maniera interconnessa tra loro.
Boundary Objects, per comunicare oltre i propri confini.
I Boundary Objects possono anche essere definiti come strumenti informatici che permettono ai vari attori facenti parte di un’organizzazione o di diverse organizzazioni, di comunicare oltre i propri confini.
Un Boundary Object fissa un linguaggio o una prassi condivisa da individui che hanno logiche istituzionali differenti: in questo modo tali individui possono comprendere i reciproci obiettivi, valori, conoscenze e prospettive.
Definiamo quindi le 2 caratteristiche tipiche dei Boundary Objects:
L’equilibrio fra le due caratteristiche rappresenta la chiave del successo nella gestione della transizione informativa nei moderni ERP, anche e soprattutto per i prodotti integrati e destinati al settore AEC.
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