L’analisi di Confartigianato del nuovo Codice degli Appalti: un passo avanti contro la discriminazione delle PMI, ma c’è ancora tanto da fare.

 

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo Codice degli Appalti (decreto legislativo 50/2016 “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”) che si applica a tutte le gare indette dal 19 aprile 2016.

 

Il nuovo Codice degli Appalti è stato salutato positivamente da Confartigianato, soddisfatto per le sollecitazioni che sono state accolte volte a correggere alcuni aspetti penalizzanti nei confronti delle piccole imprese, consentendo agli artigiani e alle micro e piccole imprese di cogliere le opportunità del mercato degli appalti pubblici. Ma non basta, dichiara il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti:

 

«Rimane infatti da recuperare un enorme gap che discrimina la partecipazione delle PMI italiane alle gare d’appalto».

 

Tra gli aspetti giudicati maggiormente positivi da parte di Merletti ci sono:
– l’obbligo, da parte della stazione appaltante, del pagamento diretto dei subappaltatori alle microimprese;
– la suddivisione in lotti di lavorazione o prestazionali per garantire alle micro e piccole imprese l’effettiva possibilità di partecipare agli appalti;
– la restituzione alle imprese della libertà di scelta del contratto da applicare;
– l’anticipazione del prezzo pari al 20%, pur subordinata ad una fideiussione.

 

Ma, sottolinea Merletti, la strada per fare in modo che le PMI non vengano più penalizzate nelle gare di appalto è ancora lunga:

 

«La realtà, purtroppo, è quella indicata dal Professor Gustavo Piga, ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata: in Europa le PMI generano il 58% della ricchezza nazionale, ma vincono soltanto il 29% delle gare d’appalto, con un indice di discriminazione del 29% nelle gare d’appalto europee. in Italia, il Paese delle PMI, questa discriminazione è massima, e raggiunge il 47%. Per colmare questo gap occorre vigilare sull’attuazione del Codice con un meccanismo che garantisca alle piccole imprese l’effettiva partecipazione alle gare. Nulla di strano o eccezionale, visto che negli Stati Uniti è una prassi consolidata e che l’Europa non lo vieta. E soprattutto mi auguro che il Governo dia un segnale chiaro di attenzione alle piccole imprese, presentando finalmente alle Camere il disegno di legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese, previsto dallo Statuto delle imprese».

 

Fonte (testo e immagine): PMI.it e Confartigianato.it